Massimo Cecchini: L’Italia e gli stadi di Proprieta

Dicono che i momenti di crisi siano quelli che portano alla rinascita. Si spera davvero che per il calcio italiano l’affermazione abbia del fondamento, visto che nel ranking europeo ormai anche il Portogallo – approfittando della nostra debolezza – si sta preparando al sorpasso.
Per questo, dopo gestito con poca oculatezza per quasi un ventennio le enormi risorse provenienti dal mercato televisivo, i club italiani provano a mettersi al passo imboccando decisamente la strada virtuosa da tempo intrapresa da Gran Bretagna,

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Massimo Cecchini: When Italian clubs buy foreign clubs

Il paradosso della globalizzazione selvaggia, in fondo, si nasconde anche nelle pieghe di un calcio specchio dei tempi. Archiviata l’età dell’oro – quella che appiccicava alla Serie A l’etichetta di “campionato più bello del mondo” – proprio in questo periodo di crisi i club italiani stanno scoprendo il gusto dell’espansione estera. Cioè, dalle vere acquisizioni alla semplici partnership – diverse società hanno deciso che per consolidare le proprie posizioni è opportuno scavalcare le Alpi o attraversare il mare.

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Massimo Cecchini: Seedorf, the non-political voice of Berlusconi

Ormai sembra più di un’impressione: scegliendo Clarence Seedorf come nuovo allenatore, il Milan non ha individuato soltanto un avventuroso profilo professionale, ma anche un fedele portavoce di quella filosofia aziendale che fa capo al presidente Silvio Berlusconi, ovvero uno degli uomini più ricchi e più controversi d’Italia.

Non è un mistero, infatti, che il campione olandese originario del Suriname, anche quando era semplicemente un calciatore rossonero, si fosse distinto per la adesione alle posizioni anche extra-sportive del suo datore di lavoro.

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Massimo Cecchini: Tears and recriminations over who is really going to pay in Italy

Le prime lacrime stanno già spuntando da occhi generalmente asciutti e abituati a sguardi ruvidi. Non siamo ancora arrivati a quella sorta di tassa sul lusso partorita dalla Francia del presidente Hollande, ma l’emendamento alla Legge di Stabilità presentato da Stefania Covello e Antonio Castricone, deputati del Partito Democratico, ha messo già in fibrillazione il calcio italiano.

La norma – a cui la Commissione Bilancio ha già dato il via libera col parere positivo del governo –

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Massimo Cecchini: Juventus, children, and bad habits

Sembrava un’iniziativa astuta, ma tutto sommato assai bella. Peccato che – parlando di calcio italiano – sia finita nel modo consueto: tra le polemiche. Ci riferiamo al caso scoppiato dopo che la Juventus aveva aperto gratuitamente le proprie curve a circa 12.000 bambini in occasione del match casalingo contro l’Udinese giocato il primo dicembre.

Inutile dire che a svuotare due settori sempre pieni c’era voluto il giudice sportivo, visto che gli ultrà bianconeri (già recidivi) avevano pensato di continuare le loro squallide performance rivolgendo ai tifosi del Napoli insulti che avevano il sapore della <discriminazione territoriale>,

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Massimo Cecchini: Dall’entusiasmo alla “realpolitik”

Dall’entusiasmo alla “realpolitik”. Ovvero, come i padroni del calcio italiano – in tempi di lotta ad ogni forma di razzismo – hanno scoperto di non poter applicare regole autoprodotte perché i loro stadi risultano ingovernabili. La storia è nota. Sull’onda delle iniziative Uefa, ad agosto la Figc decideva di sanzionare duramente non solo i fenomeni di razzismo, ma anche quelli di “discriminazione territoriale”, definizione esistente nell’ordinamento dalla fine degli anni Ottanta. Non avevano però fatto i conti con gli ultrà,

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